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1 mar 2018

Cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa: un toccante rapporto e una magica alchimia d'intenti






Questa creatura silenziosa e ricca di mistero, pigra e oziosa, che nasconde gelosamente quanto è bello nascondere, quando è la sua ora urla il proprio amore da tenere desta tutta la contrada
(Il gatto di Giovanni Raiberti, a cura di Aldo Palazzeschi - 1946).


Non potevo proprio esimermi dal pronunciarmi su un romanzo avvincente ed esemplare che, non a caso, risulta essere un caso editoriale in tutto il mondo. A raccontarci questa storia, tenera e profonda, è la scrittrice giapponese Hiro Arikawa in “Cronache di un gatto viaggiatore (Garzanti- 2017); un romanzo che si discosta di molto da tanti altri dello stesso genere, per stile e contenuto, in quanto un perfetto esempio del toccante rapporto e di quella magica alchimia d’intenti e sentimenti che possono nascere dal contatto con un animale domestico ritenuto, in assoluto, il più libero al mondo e di come, al contrario, può risultare facile entrare nel suo nobile universo, laddove si è in grado di penetrare ogni suo comportamento. La scrittrice giapponese è riuscita a risaltare un legame di caloroso affetto, di amicizia e complicità tra i due protagonisti: il gatto Nana, randagio, fiero e risoluto, e Satoru, un ragazzo molto educato e sensibile. Attraverso un racconto-dialogo, fatto di linguaggi corporei, esperienze soggettive, incontri ricchi di stati d’animo e rapporti diversificati di amicizia, indifferenza e antipatia, proprio come avviene tra gli esseri umani, Nana non ha nulla da invidiare ai più autorevoli psicologi umani.
In una rappresentazione reale, tanto del contesto quanto dei fenomeni emotivi e morali, il romanzo è un incantevole viaggio attraverso le bellezze del Giappone, da cui nascono la grazia, il delicato senso della natura e quell’innata estetica che sono parte integrante della cultura nipponica. Ogni circostanza vissuta rileva l’unicità e l’innocenza dei reciproci sguardi, persino nel silenzio del discorso interiore, in un’atmosfera narrata con compiaciuta ma deliziosa malizia.
Nelle pagine s’incontrano paesaggi di pura contemplazione che trasmettono serenità, pace, senso del sogno e del meraviglioso. Satoru mostra al suo amico felino una sorta di zibaldone della sua vita: riflessioni improvvise, elenco di cose detestabili, luoghi, persone, cerimonie, feste, gite, di cui ogni esperienza ha un proprio risvolto, poiché connessa con il passato del ragazzo o legata a qualche tradizione.
Il mio plauso alla scrittrice che ha saputo indagare, con rispettosa maestria, nella psiche di Nana, di Satoru e dei tanti amici incontrati nel loro vissuto, quali coinquilini di un’esistenza basata sulla condivisione in solidale empatia e da cui si evincono la profonda intelligenza nonché la saggezza e la furberia dell’animale. Ogni evento, sia gioioso che doloroso mostra come anche un gatto può avere fatti privati di una certa importanza per lui.
Lo stesso Giovanni Paolo II, nella sua lettera enciclica “Sollicitudo rei socialis”, affermò che non solo l’uomo, ma anche gli animali hanno il soffio-spirito di Dio. Anche le bestie hanno un’anima”.
Il testo è sicuramente un’evidente conferma di quanto ormai noto, riguardo al rispetto e alle attenzioni che la civiltà giapponese riserva nei confronti dei gatti; l’innovazione, al contrario, è nella capacità di delimitare, misurare e connettere cose tanto impalpabili e complicate, sapendo che è quasi impossibile poter decifrare ciò che gira nella testa di un gatto. Ci si può soltanto arrendere di fronte al fatto che Nana abbia ricavato delle informazioni su ciò che avveniva intorno a lui, utilizzandole in modo coerente e fino alla fine. L'amicizia di un gatto è un bene prezioso e irripetibile, averla contribuisce a sentirsi più fieri di sé e del proprio rapporto con il mondo e soprattutto, non termina mai, poiché resiste e supera i limiti umani, trasferendo i rapporti anche in un’altra dimensione, quella ultraterrena.
L’originalità della forma espositiva e delle espressioni utilizzate fanno di questa storia una piacevolissima lettura che consiglio vivamente a tutti, perché coinvolge sia interiormente che spiritualmente.

4 nov 2014

Una silloge poetica di forte contenuto psicologico

“Dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima…”
(Eraclito)

Quando sorride il mare di Floriana Porta (AG Book Publishing Editore, 2014 – Collana “Le Cetre”) è un’opera poetica che nasce dalla visione caleidoscopica di una donna versatile, un’artista dalle molteplici sfaccettature quale protagonista impegnata nell’arte della poesia, della pittura e della fotografia. La silloge brevemente ma efficacemente prefata da Angela Wilde, è ideata in tre sezioni e consta di cinquantacinque poesie e diciotto haiku. Una poesia lirica intensa, di forte contenuto psicologico che attinge dal simbolismo per approdare a immagini e linguaggio fortemente espressionistici, tra pensiero e sentimento, intuizioni intime e misteriose dell’animo. La parola chiave è il mare, dove superficie e mondo sommerso fluiscono, evolvono e mutano dettando un vero e proprio oracolo dell’esperienza umana e delle sue origini, unità dell’essere nello scorrere del tempo. In armoniosa seppur sofferta trasformazione, Floriana Porta trasmette la sua personale visione del mondo in quel “mare di vita” che la poetessa riesce a tradurre in parole che “[…] si mescolano ai versi[,] / i versi si legano alle rime […]” e dove ogni descrizione acquista una semantica lessicale che si spinge oltre le apparenze.
L’acqua è un elemento femminile, con cui la poetessa stabilisce un profondo rapporto, ricercandone in ogni sua corrente spesso invisibile in superficie, quella parte della sua anima nascosta allo sguardo esterno. Il mare sin dai tempi antichi è un argomento amato e cantato in ogni letteratura antica e moderna, è simbolo di energia, pace e tranquillità che stimola solitudini riflessive. Non è un caso che Floriana Porta si sia ispirata al mare per una poesia che pesca nell’inconscio, governa i regni sommersi e la cui musa è inquietante, affascina e rapisce lo sguardo e il nostro intero essere.
Nel circolo eterno delle onde/si innalzano dal mare/acque sotterranee [,] /tra la terra e la lava[,]
/in un continuo/flusso e deflusso/diventi vorticosi [.]”.

In uno stile di poesia per lo più breve, ricco di pathos e grazia descrittiva, dai riferimenti elegantemente velati e allusivi, le metafore sono personificazione di elementi naturali che prendono voce. Nella disposizione dei versi, con ritmo danzante di strofe senza spazi, si stabilisce un forte contatto psicologico con la poetessa, di massimo effetto comunicativo nel più breve tempo possibile.
Sogno, immaginario e creatività sono tre aspetti grandiosi dell'esistenza psichica dell'individuo, si fondono con la realtà di un passaggio attraverso dolori e frammenti di vita in cui si abbandona una parte di sé fatta di malessere e immobilità, per contattare le potenzialità sopite della propria personalità e far emergere le risorse creative perdute e le vitalità nascoste nel profondo del proprio essere “Affiorano/vertebre fossili/ dalla terra putrida/lacerata da speranze perdute[.]
La poesia di Floriana Porta descrive processi che avvengono all'interno dello psichismo profondo e non può esimersi dall'utilizzare la natura contemplativa del mare e delle sue molteplici caratteristiche. La quotidianità trova nell’ispirazione poetica una nuova dimensione che rende visibile ciò che la routine nasconde, soffoca e rende opaco. “Perché solo nei versi/tutti rossi di sangue/fa ritorno la poesia”.
La visione del mare e dei suoi abitanti riempie, risolve e si espande. Il suo messaggio è profondo, ricettivo, purificante e terapeutico ma nel contempo il mare è anche strumento divino, che meglio rappresenta nei suoi continui mutamenti, il fluire dell’esistenza, tra creazione, vita e morte. “Siamo anime/della stessa polvere/che segna/i margini cicatrizzati/di un mare/alle porte dell’ultimo orizzonte
La conoscenza dell’ombra, intesa come conoscenza dell’altra parte di noi spesso celata, fa parte sempre e comunque, della nostra totalità.
Ritengo che Floriana Porta, con la sua poesia voglia in particolare ricordarci di liberare la mente dal suo ricordo, dando spazio al momento successivo senza trattenere mai niente che possa renderci solo zavorra, impedendoci di andare avanti nel nostro percorso di vita ed evolvere “Anche i coralli ascoltano/i suoni vibranti delle bocche dei pesci[.] / Invisibili voci che ci avvolgono e ci accarezzano[,] / in attesa di altri mari e mondi[,] / sciolte in un plasma di limpida poesia[.]” Il magico canto del mare nella pregevole silloge  “Quando sorride il mare” è  sicuramente la conferma dell’esistenza di un particolare legame tra psicologia e poesia, che n’è una delle più alte ed efficaci espressioni  “Sarai il mio cammino/tra le anime e i serpenti[,] / tra le viscere dei molluschi[,] /tra le lame dell’infinito […] /verso il cielo[,] / fino alle stelle”.






SUSANNA POLIMANTI




13 gen 2014

Lorenzo Spurio: il "detective" della critica letteraria

Dopo la lettura di Flyte & Tallis di Lorenzo Spurio, la mia recensione:








Flyte & Tallis di Lorenzo Spurio, pubblicato nell’agosto del 2012 con Photocity Edizioni, ha un sottotitolo: Ritorno a Brideshead ed Espiazione: una analisi ravvicinata di due grandi romanzi della letteratura inglese e già di per sé ci mostra un executive summary del suo contenuto. L’opera Flyte & Tallis è corredata di un’esaustiva lista di note e profili bio-bibliografici dei due scrittori Evelyn Waugh e Ian McEwan, si apre con i versi del poeta palermitano Emanuele Marcuccio e un’accurata prefazione di Marzia Carocci, nota critico-recensionista. Il testo in questione è un’altra perla della saggistica dello scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio, il quale ogni volta riesce a sorprendere il suo pubblico lettore con la sua particolare “lente d’ingrandimento” che valorizza la sua chiave di lettura e lo trasfigura nello “Sherlock Holmes” deduttivo dei testi letterari, laddove ama indagare l’anima del singolo e individuare in ogni personaggio la dimensione interiore e la proiezione dei sentimenti che agitano il suo animo.
In questo saggio Lorenzo Spurio studia, analizza e mette in risalto le corrispondenze o discordanze dei temi trattati nei due romanzi della letteratura inglese: Ritorno a Brideshead di Evelyn Waugh ed Espiazione di Ian McEwan e sviluppa un progetto di comparazione che vede come protagoniste le famiglie tradizionali di una società aristocratica e le loro floride tenute, dove spesso non mancano le stonature dettate da un “giusto e corretto” tenore di vita. L’autore punta lo sguardo su temi rilevanti nello spazio psicoaffettivo di crescita quali educazione e differenti condizioni sociali: religione, amore contrastato, omosessualità, immaginazione, realtà falsificate, sensi di colpa e infine la guerra, che arriva a spazzare via il vecchio mondo con le sue rassicuranti ipocrisie, lasciando ricordi e rimpianti. Gli stati d’animo trattati nei due romanzi sono differenti eppure molti simili, perché i tempi cambiano ma le caratteristiche e i sentimenti umani si ripetono nei secoli. L'individuo si presenta alla realtà come tabula rasa, quello che diventa è tutto determinato dall'interazione nella sfera sociale. Lorenzo Spurio tratteggia e vaglia diligentemente i vari passi dei libri con uno stile di scrittura chiaro, preciso ed efficace, indice di un pensiero perfettamente organizzato nei collegamenti tra i due testi. Spurio ci fa notare e sottolinea anche la chiara influenza del pensiero di altri scrittori quali Virginia Woolf, le sorelle Brontë e Jane Austen, in particolare riguardo le ambientazioni e i luoghi dei due romanzi a confronto.
Evelyn Waugh appartiene al periodo tra le due guerre, caratterizzato da un tono minore, scanzonato, di elegante fatuità non senza un fondo amaro e dalla satira mordente mentre Ian McEwan molto più approfondisce la psicologia di ogni personaggio, rilevando meccanismi inconsci che superano il mero concetto razionale, trovando terreno fertile nella nostra intelligenza emotiva.
Infine, tutto lo studio è stato affrontato tenendo conto sia della necessaria divisione tra indagine “quantitativa” e “qualitativa” in un’esplorazione psicologica dei singoli individui, sia della necessità di formulare quesiti attendibili, di escludere elementi di pregiudizio o altre influenze al fine di una corretta valutazione. Lorenzo Spurio con Flyte & Tallis esplora ed esamina i due romanzi della letteratura inglese con rispetto per il valore culturale e i meriti dei suoi autori; si limita solo a entrare nel meglio dei loro personaggi e restituirceli più liberi, a dispetto della storia che li opprime.
In Flyte & Tallis, con capacità critico-riflessiva, l’autore raccoglie ed interpreta tematiche letterarie che dimostrano infine le dinamiche di cambiamento sociale, emozionale ed educativo che plasmano la personalità di ogni individuo e dalle quali possiamo dedurre che la natura umana è caratterizzata da un bisogno insopprimibile di verità, libertà di espressione e un oggetto da amare proporzionato.


Susanna Polimanti
Cupra Marittima 13/01/2014